Camminare su due piedi: superpotere o punto debole?

Nel suo saggio I primi passi Jeremy De Silva spiega perché la posizione eretta è stata la chiave dell’evoluzione umana. Camminare eretti ci ha reso esseri umani: è certo un’affermazione forte, ma è innegabile dire che il nostro bipedalismo è alla base di molti tratti, unici e peculiari, che contraddistinguono la nostra specie.


Ma il bipedalismo è un superpotere o un punto debole per noi? Jeremy De Silva mette insieme dati e osservazioni per fare un bilancio del nostro stare su due gambe: ecco due vantaggi e uno svantaggio di questa condizione.

1 Camminare non è faticoso per noi come lo è per uno scimpanzé

O per qualsiasi altro animale che cammina. Questo dipende dal fatto che noi non stiamo rannicchiati: quando stiamo su due piedi, le nostre ginocchia e le anche sono tese. Questo vuol dire che i nostri quadricipiti non devono fare lo stesso sforzo degli scimpanzé che camminano con le gambe piegate. Non solo: i muscoli sui lati delle anche ci permettono di stare in equilibrio su una gamba sola senza cadere. Il risultato: camminiamo con grazia e in un modo più efficiente, a livello energetico, di uno scimpanzé.

2 Il bipedalismo ci permette di avere braccia forti (a differenza dei poveri T-Rex)

Avete presente le vignette sui T-Rex incapaci di farsi il letto o di battere le mani? 

I dinosauri ci rivelano almeno una cosa di noi: il bipedalismo libera le braccia dal compito di reggere il peso e, quando questo succede, si avvia un processo di innovazione. Questo vuol dire che le nostre braccia sono incredibilmente più forti di quelle di un Carnotaurus (al cui confronto il T-Rex sembra quasi Schwarzenegger)

3 Muovendoci su due arti invece che su quattro abbiamo perso la capacità di galoppare

E questo non è un bene. Se Usain Bolt (che è l’essere umano più veloce al mondo) si trovasse ad essere inseguito da un leopardo non ci sarebbero molte probabilità di scampo per il velocista giamaicano. Non solo: Bolt si troverebbe in difficoltà anche a catturare una lepre o un antilope. Non saper galoppare ci ha resi estremamente lenti, e per questo vulnerabili.