Il pensiero di Cher, per molti di noi, si accompagna una nuvola di glitter, all’idea di una bellezza complessa e inscalfibile, alla sensazione di una potenza e una forza uniche. Vogliamo provare qui a raccontarvi almeno un pezzetto della sua esistenza, così straordinaria da aver rivoluzionato il mondo dello spettacolo e, un po’, anche il nostro.
Cherilyn Sarkisian LaPierre, molto tempo prima di diventare Cher, nasce nel 1946 a El Centro, in California. Descrivere la sua infanzia come turbolenta, significherebbe sottostimare l’entità delle avventure – e disavventure – che affollano la vita della giovane Cher. Il padre, John, era un rifugiato armeno, camionista e assiduo bevitore. La madre, Jackie Jane Crouch era un’aspirante modella di origini Cherokee, che nel corso della sua vita ha affrontato ben sei divorzi. Cher cresce sballottata da una parte all’altra degli Stati Uniti, dopo la violenza e il caos del padre, il primo uomo che racconta di aver amato incondizionatamente e il primo ad aver perso.
La musica è una costante nella sua vita. A sedici anni infatti lascia la scuola e inizia a vagabondare, lavorare e suonare in diversi locali. Nel 1962, in un bar di Los Angeles incontrerà Sonny Bono, che diverrà poi il suo primo marito. Insieme a Sonny registrerà i primi successi, da quelli come corista con le Ronettes, fino a I got you, babe che registrano come duo. Il successo musicale continua poi con la sua carriera da solista, che conta 26 dischi, 7 tour mondiali fino all’ultimo Dressed to kill, iniziato a ben sessantotto anni. Da citare è anche la sua carriera cinematografica, che inizia negli anni Ottanta con Jimmy Dean Jimmy Dean e culmina con l’Oscar da attrice protagonista nel 1988, per la sua performance nel film Stregata dalla luna.
Cher è diventata negli anni un’icona globale per le sue istanze femministe e per le sue battaglie in difesa della comunità LGBTQA+. La sua era infatti una famiglia di donne:
Di solito c’eravamo solo io, la mamma e Gee, noi tre a creare il nostro universo, un club di donne che la pensavano allo stesso modo. Ed eravamo costantemente circondate da donne.
Una famiglia dunque in cui sono transitati molti uomini, ma a cui Cher pensa come figure passeggere, semplici comparse in un lungo film tutto al femminile. L’esperienza di sua madre, racconta Cher, è stata fondamentale a apprendere la resistenza, l’indipendenza e la flessibilità. Ma più di tutte, quella madre forte che di fronte a un uomo dimostrava “il buon senso di un moscerino” le ha insegnato che solo raramente il matrimonio è una gran cosa. Da qui, la celebre frase di Cher:
Mia mamma mi diceva sempre “tesoro, sai che un giorno ti dovrai sistemare e dovrai sposare un uomo ricco?” E io le dicevo: “Mamma, io sono un uomo ricco”.
Cher è anche, da sempre, considerata un’icona della comunità LGBTQA+: dalle sue canzoni, in cui si è sempre descritta come un’outcast, al ruolo di donna lesbica in Silkwood nel 1983, fino alla più personale vicenda del figlio transessuale Chaz Bono, che Cher ha sempre supportato pubblicamente. Tutto questo, insieme alla sua apparizione in Burlesque, ha fatto sì che Cher, trasformista, attuale e rivoluzionaria, incarnasse a pieno lo spirito del suo tempo.
Un’esistenza così straordinaria però può essere raccontata da una sola persona: Cher. Lo fa nella sua autobiografia ufficiale, intitolata Cher: un memoir composto da due volumi. La prima parte vi aspetta in libreria dal 3 dicembre. Buona scoperta!