Don Winslow, tra sogni e realtà

    Uno scrittore dalle mille risorse

    Si sente dire spesso che può scrivere soltanto chi ha davvero qualcosa da dire, perché ha alle spalle sufficienti esperienze da raccontare. Ora, se questa affermazione fosse vera, Don Winslow, 70 anni quest’anno, sarebbe un esempio perfetto. A ripercorrere la sua biografia, infatti, risulta più semplice dire cosa non abbia fatto nella vita, piuttosto che il contrario.

    Figlio di un marinaio e di una bibliotecaria, Winslow è cresciuto in una piccola città costiera del Rhode Island, lo stato più piccolo degli USA. Ma da qui se n’è andato molto presto, per studiare giornalismo conseguendo una prima laurea in Nebraska in Studi africani. L’Africa è a tutti gli effetti l’amore di una vita. Negli anni universitari, ad esempio, a un certo punto lasciò tutto e si unì a un amico che organizzava safari fotografici in Kenya.

    A proposito di esperienze lavorative, prima di diventare il celebre scrittore che tutte e tutti conosciamo, Don Winslow è stato anche, tra le altre cose, gestore di un cinema a New York, consulente processuale, produttore teatrale a Oxford, organizzatore di trekking nella Cina sud-occidentale e, a più riprese, investigatore privato. Insomma, un uomo dalle mille risorse.

    Proprio mentre faceva la spola tra Asia, Africa, Europa e Nord America, Winslow scrisse nel 1991 il suo primo romanzo, A Cool Breeze On The Underground (London Underground, Einaudi, 2016). Ma prima di diventare scrittore a tempo pieno trascorsero diversi anni. Death and Life of Bobby Z (La leggenda di Bobby Z, Rizzoli, 1997), ha segnato un vero e proprio punto di svolta nella sua carriera, anche grazie alla trasposizione cinematografica realizzata nel 2007 da John Herzfeld, con Paul Walker tra i protagonisti.

    Da allora, il sodalizio tra i suoi libri e il cinema è molto forte. Con le sue storie ha attirato l’attenzione di registi e attori come Oliver Stone, Michael Mann, Martin Scorsese, Ridley Scott, Robert De Niro, Leonardo Di Caprio.  Oliver Stone è il regista di Savages (2012), David Mamet sarà lo sceneggiatore di The Force. La trilogia di Art Keller (Il potere del cane, Il cartello, Il confine, tradotti in Italia dall’editore Einaudi) diventerà una serie tv.Nel frattempo, La Twentieth Century Fox ha opzionato tutta la trilogia di Danny Ryan, che si è aperta con il celebratissimo Città in fiamme (Harper Collins Italia, 2021) e di cuiCittà di sogni, pubblicato contemporaneamente negli Stati Uniti, in Italia e in Spagna, rappresenta il secondo volume.

    Nella Città di sogni ritroviamo Danny Ryan, che dopo essere scampato a una miriade di nemici – la mafia, i poliziotti federali, i cartelli – vorrebbe ristabilire una vita pacifica in California. Inutile dire che questo non è possibile; il passato lo raggiunge costringendolo a trasformarsi in ciò che non avrebbe mai voluto essere: un assassino.  Così, si ritrova a lottare per l’amore, la famiglia e la vita nella città dove di solito nascono i sogni. Ma dove i sogni possono anche morire.

    Solo dopo aver terminato di scrivere il romanzo, Winslow si è reso conto dei numerosi parallelismi con la sua vita: lasciare la propria casa per luoghi mai conosciuti, vagare per il paese e per il mondo per una buona parte della vita adulta, percorrere le stesse buie autostrade sentendosi uno straniero. Danny Ryan, per sua stessa ammissione, è una sorta di Enea moderno, in balia delle contingenze, destinato a non quietarsi mai.

    Una curiosità: i primi capitoli del libro sono stati scritti oltre venti anni fa, quando l’investigatore Winslow sognava di diventare uno scrittore. A sentire Stephen King, che oggi lo definisce «uno dei più grandi narratori americani di sempre» si direbbe che il sogno si è trasformato in realtà.