“– La memoria è un talento. Ci devi nascere – mi disse mia nonna quando ero piccola. – Ma è un talento doloroso. Quindi cerca di essere un po’ meno sensibile. Sii molto cauta con i ricordi felici, mia cara. Sembrano gioielli, ma in realtà sono carbone ardente –”
Che forma ha un ricordo? Quando torna a galla nella nostra mente scintilla, ma quando accostiamo la mano alla sua profondità è rovente come carbone e finisce per ustionarci. Il ricordo può essere dorato, caldo e avvolgente – come una casa che non sapevamo di avere – ma si porta sempre dietro la nostalgia amara di quello che non è più qui. La vera forza della memoria risiede nel suo essere il germoglio da cui si inizia a crescere davvero: il punto da dove inizia il nostro divenire.
“Una volta che il tuo cuore si impantana in una memoria, diceva, non puoi più liberartene, e così continui a rinascere.”
È questo che ci raccontaIl sorriso di Shoko, l’esordio dell’autrice coreana Choi Eunyoung: un coming of age corale, che esplora con precisione, dolcezza ma anche estrema durezza cosa significhi crescere, abbandonare sulla propria strada pezzi di noi, ritrovandone di nuovi. Questo libro si compone di sette storie, disseminate da silenzi e assenze, cose che rimangono sconosciute o taciute e che il lettore potrà colmare solo inoltrandosi nelle pagine.
Nel racconto che dà il titolo al libro, una ragazza giapponese di nome Shoko in visita per uno scambio scolastico vive per breve tempo in un paesino rurale della Corea del Sud, con la famiglia della narratrice: Soyu. Durante la sua permanenza, tra le due ragazze si instaura un complesso rapporto, che assomiglia a un’amicizia, pur celando un latente malessere. Se potessimo restituire visivamente il rapporto tra i personaggi di questo libro, disegneremmo due fili che riescono a incontrarsi e intrecciarsi per un solo momento, per poi dividersi inesorabilmente, continuando comunque a influenzare il presente e il futuro di chi li ha vissuti. Sarà solo il tempo, infatti, a permettere a Soyu di osservare con più distanza e lucidità il rapporto con Shoko, che diventerà lo specchio in cui Soyu vedrà riflessi gli anni trascorsi, i sogni accantonati, le ambizioni conquistate e quelle perse per sempre.
Choi Eunyoung racconta le esperienze di adolescenti e giovani la cui interiorità rappresenta una bolla in cui rifugiarsi, pronta a scoppiare nel momento in cui qualcuno o qualcosa di esterno entra nella loro vita, agendo come una miccia che aziona tutti i mutamenti, dentro e fuori di loro. Così accade nel racconto Xin Chào, in cui due famiglie di expat, una vietnamita e una coreana vivono fianco a fianco in Germania, uniti dall’esperienza dello sradicamento. Questo rapporto di fiducia e amore si interromperà di fronte all’incapacità di scendere a patti con la Storia e con le dolorose conseguenze della Guerra del Vietnam. Ancora una volta lo strappo nelle relazioni sarà provocato dai più giovani, che nella loro ingenuità svelano la durezza del passato.
Le emozioni contraddittorie del crescere a ogni età, insieme all’amore, la perdita e il ricordo sono i temi esplorati con delicatezza e profondità da Choi Eunyoung, una delle voci letterarie più promettenti della sua generazione. La sua prosa ricorda quella di Banana Yoshimoto, la complessità delle relazioni invece Sally Rooney. Lei in fondo ha dichiarato:
“Proprio come alcune persone nascono con occhi o stomaco più deboli, altre hanno menti particolarmente fragili. Voglio aprire umilmente le mie orecchie al dolore insondabile degli altri”.
Se vi abbiamo incuriosito, Il sorriso di Shoko vi aspetta in libreria dall’11 febbraio. Buona scoperta!