Immaginare la terra di domani

    Quattro cose che possiamo fare per continuare a vivere con il pianeta


    Il 15 maggio 2022 è stato l’Overshoot Day per l’Italia: questo significa che, a soli 135 giorni dall’inizio dell’anno, abbiamo finito tutte le risorse a nostra disposizione per il 2022. Mentre leggete questo articolo siamo in quello che viene definito “debito ecologico” con la Terra: vale a dire che, per soddisfare le nostre esigenze, stiamo attingendo a risorse che non possono rigenerarsi, ne importiamo da altri luoghi, saccheggiamo il futuro.

    Pochi giorni dopo il 15 maggio abbiamo assistito ad un aumento inaspettato delle temperature: a maggio ci troviamo a vivere una fase climatica anomala, con il termometro che sale fino a 34 gradi. Un estate in anticipo, che avrà delle ripercussioni non solo sul nostro guardaroba, ma sull’agricoltura, su quello che mangiamo, sulle riserve d’acqua.

    Questi eventi sono il sintomo di un profondo cambiamento in cui ci troviamo a vivere, quello climatico: un cambiamento che in molti vogliono chiamare crisi, altri disastro. Come racconta Eric Holtaus in La terra di domani, la radice latina della parola disastro significa letteralmente “sotto una cattiva stella”. Ma la crisi climatica non ha niente a che vedere con la sfortuna, o con gli astri: è collegata a una serie di comportamenti, responsabilità, azioni. E per questo può – deve – scatenare una serie di reazioni.

    Cosa possiamo fare per la terra di domani, per imparare non solo a vivere sul pianeta, ma a vivere con il pianeta?

    1 Situare la crisi climatica nella nostra quotidianità

    Spesso i giornalisti scientifici attirano la nostra attenzione su fatti che toccano luoghi lontani: scioglimento dei ghiacci, desertificazioni, terremoti. Ma la crisi climatica investe la nostra quotidianità: imparare a riconoscerla come un fatto che ci riguarda da vicino è il primo, necessario, bagno di realtà.

    2 Parlare della crisi presente

    L’atto fisico di parlare cambia il modo di lavorare del nostro cervello e ci spinge a pensare in un modo diverso. Discutere della crisi climatica significa non solo comprenderla, ma anche accettarla, e quindi vederla nella sua interezza, nella sua complessità. Inoltre, diventa anche un antidoto potentissimo a quella che viene definita “ansia climatica”. Non siamo soli, è bene ricordarcelo.

    3 Immaginare il futuro

    Dopo aver compreso il presente, abbiamo bisogno di praticare esercizi di futuribilità: progettare cioè degli scenari futuri alternativi, che ci spingano a fare dei progetti concreti per raggiungerli e realizzarli. Agire concretamente sull’oggi con l’idea di star già costruendo un domani.

    4 Diventare radicali

    Che significa: concretizzare un ambientalismo che sia in grado di rispondere alle sfide del presente. Un ambientalismo che rifletta il modo in cui funziona l’ambiente attuale: non una dimostrazione di individualismo o di superiorità morale, ma un modello attuabile e modulabile di un modo nuovo di vivere radicato nella solidarietà collettiva e nell’equità universale.