Ci sono dei nomi che conosciamo sin da bambini. Sono nomi che, in qualche misura, costruiscono il patrimonio storico del mondo in cui viviamo. Rita Levi Montalcini è uno di questi: scienziata, premio Nobel per la Medicina, senatrice. Ma come era fatta davvero la Professoressa, al di fuori dell’immagine pubblica che subito si forma nella nostra mente? Il libro di Luigi Garlando prova a costruire un ritratto più intimo della studiosa, attraverso la storia di uno strano incontro: quello tra Gigino, prima sarto e poi tecnico di laboratorio, e tra la Professoressa. Ecco qualche elemento in più per conoscere Rita Levi Montalcini.
«La mente è un paracadute. Se non lo apri, non serve a niente»
L’amore per la scienza di Rita Levi Montalcini è un amore per l’allenamento, per la pratica, per la ricerca: alla base dello studio c’è il bisogno di far funzionare la mente, metterla alla prova, trovare sempre nuove sfide.
Mattiniera, instancabile lavoratrice
I ritmi di lavoro di Rita Levi Montalcini sono impressionanti: si sveglia alle cinque del mattino, legge i giornali, prepara le lezioni universitarie e tutto ciò che le può servire per le ricerche al pomeriggio. Poi alle otto fa colazione, e raggiunge i suoi studenti in aula.
«Io sono mio marito»
A tre anni la Professoressa decide che non si sarebbe mai sposata: e tiene fede alla sua promessa, dedicandosi per tutta la vita allo studio e alla ricerca. Il compagno di vita a cui si lega, nella buona e nella cattiva sorte, è il sistema nervoso.
Un’artista della scienza
È quello che ripete spesso nelle interviste: Rita Levi Montalcini non si considera una scienziata, ma un’artista della scienza. Questo perché pensa che nella ricerca lo studio conti sì tanto, ma che sia l’intuito a fare davvero la differenza.
Senz’olio contro vento
La filosofia di vita della Professoressa: affrontare le tempeste senz’olio contro vento significa affrontare la vita con coraggio, cercando di vincere le difficoltà e di modificare le situazioni che non ci piacciono.
