A volte, un solo momento può cambiare tutto. Basta una giornata di sole, la campagna che brilla, la voglia di dedicarsi a lavori di bricolage, lavorare al legno, a un vecchio carro che un tempo lontano era stato un calesse.
L’incidente è improvviso. Il sangue, poi il dolore, la paura, lo shock. La corsa verso l’ospedale. La mano squarciata. La possibilità di non recuperarne l’uso. Ma che vuol dire perdere la funzionalità di una mano per un musicista? La stessa mano che ha sempre usato per suonare, comporre, creare?
In occasione del suo cinquantesimo compleanno, Filippo Neviani, Nek, partendo dall’incidente che lo ha colpito, si lascia andare a riflessioni aperte, sul dolore, la pazienza, il coraggio, l’amore, la fede. In A mani nude si racconta come mai ha fatto, con profondità, senza filtri e senza paura di ammettere debolezze e fragilità. Ricorda i suoi inizi, i primi successi e le prime avversità, ripensando a suo padre che non c’è più ora che è lui, a essere padre. E parla al lettore, con assoluta onestà e aprendo il suo cuore, del rapporto con la fede, delle crisi che colpiscono gli uomini e fanno dubitare delle proprie scelte, del proprio talento. Ma parla anche delle risorse che puoi trovare in te stesso nei momenti di difficoltà e dolore, risorse che di solito non sai nemmeno di avere.
E, ovviamente, A mani nude è anche un libro sulla musica. Partendo dai terribili pensieri sul letto dell’ospedale, Nek ritorna con la mente a quello che ha significato la musica nella sua vita e si chiede come sarà la sua vita se non potrà mai più suonare. E, ancora di più, si chiede come sarebbe stata la sua vita senza la musica. Impreziosito da una prefazione di Gianni Morandi, A mani nude è un libro emozionante e incredibilmente intenso, scritto da uno dei cantautori italiani più amati.