Un’intervista impossibile ai protagonisti di Lightfall, la saga di Tim Probert, e Almond, il romanzo di Won-Pyung Sohn
Vi è mai capitato di leggere due romanzi e dirvi che i protagonisti di quella storia, se solo si potessero conoscere, sarebbero di sicuro grandi amici?
È senza dubbio la sensazione che provereste accostando le storie di Beatrice e di Yunjae.
La prima, protagonista della saga Lightfall di Tim Probert, è una ragazzina che intraprende un viaggio attraverso il buio, alla ricerca della luce (e di suo nonno, anche). Il secondo è il protagonista Almond. Come una mandorla di Won-pyung Sohn: è un ragazzino silenzioso, cresciuto in solitudine insieme alla sua alessitimia, una condizione cerebrale che gli impedisce di provare emozioni. Le emozioni, invece, sono quelle che ogni tanto hanno il sopravvento su Bea, e la inchiodano a profondi attacchi di panico in cui si sente attraversata da così tante sensazioni da non riuscire più a muoversi.
Come possono due persone così diverse stringere un’amicizia? Semplice: sia Bea che Yunjae non hanno paura di camminare nel buio. Ed è una cosa che è meglio fare in due che da soli, no?
Abbiamo immaginato di farli incontrare, e di fare con loro una delle nostre interviste impossibili.
Prima di tutto, le presentazioni. Ci raccontate chi siete in 50 parole?
Beatrice: Una giovane esploratrice del mondo! No, dai: una persona che un po’ ama l’avventura, un po’ ne ha paura. Direi, una cosa così? Che domanda difficile! Vivo con il nonno, mi piace farmi nuovi amici, sono molto curiosa. Ecco!
Yunjae: Un ragazzino con due piccole mandorle nella testa.
Un pregio e un difetto dell’altra.
Beatrice: Oh! Capirlo è difficile, ma quando ci si riesce è una cosa che sembra un po’ magica, ecco. Difetto? Beh, non è proprio un chiacchierone.
Yunjae: Coraggiosa. Un po’ logorroica.
Passate un pomeriggio insieme: cosa fate?
Beatrice: Un picnic! In un prato. Con il sole. E gli amici! Che te ne pare?
Yunjae: Mh. Meglio un pomeriggio in libreria.