Amicizie che non ti aspetti

Personaggi che si ritrovano per sfuggire alla solitudine 

Le fasi di crisi si rivelano, a volte, importanti momenti di rinnovamento e di trasformazione, in cui siamo più inclini a compiere scelte inattese, che talvolta imprimono svolte decisive alla nostra quotidianità. È quello che accade ad Ada ed Eliza, protagoniste di  Due tazze di tè a Swinburne Road di Leaf Arbuthnot.

A un certo punto della loro esistenza, per ragioni diverse, Ada e Eliza si ritrovano sole. 

Ada, anziana poetessa,  ha perso all’improvviso il marito, Michael, ed è come se qualcuno avesse reciso le radici che la tenevano in piedi: si ritrova in uno stato di attesa, perde contatto con la realtà, ha la sensazione di entrare soltanto «di sfuggita nella vita degli altri». 

Dal canto suo, Eliza, venticinquenne alle prese con un dottorato in letteratura italiana a Oxford, si ritrova, lontano da casa, a mettere insieme i cocci di una relazione finita male, di una  famiglia disfunzionale, di un contesto accademico nei confronti del quale si sente spesso estranea.

Ada e Eliza sono dirimpettaie, eppure non si sono quasi mai incontrate. Ma un giorno, spinta dalla curiosità e nel tentativo di dimenticare, anche solo per qualche ora, i suoi affanni e le sue pene d’amore, Eliza suona al campanello di Ada e scopre, dall’altra parte, un’autentica rivelazione. Può una venticinquenne diventare amica e confidente di un’anziana? E può un’anziana apprezzare la compagnia di una giovane donna che sta ancora, evidentemente, cercando la sua strada? Con originalità e tenerezza Due tazze di tè a Swinburne Road ci dice di sì: proprio in virtù della loro apparente distanza – di età, esperienze, passioni e interessi –il legame che unisce Ada e Eliza risulta autentico ed essenziale.

A proposito di campanelli e incontri fortuiti, ne sa qualcosa Tasso, che un giorno sente suonare alla porta e si ritrova davanti Puzzola, nuovo e inaspettato inquilino che invade i suoi spazi sconvolgendo le sue abitudini. In questa circostanza l’avvicinamento tra i due personaggi è graduale, l’opposizione inizialmente è più marcata, ed entrambi i libri di Amy Timberlake (Tasso e Puzzola e Operazione occhio di ragno)  invitano a far riflettere sulla ricchezza della diversità e degli incontri inaspettati.

Anche La vita che non voglio, l’ultimo romanzo di Roberto Perrone, scomparso prematuramente qualche mese fa, mette al centro un’amicizia inattesa tra due personaggi a prima vista molto distanti. Da un lato Lena, trentenne giornalista milanese che fugge in Sicilia per prendersi del tempo, incapace di  fare una scelta che «crea attorno una voragine». Dall’altra Monsignor Patrick, un vescovo settantenne tedesco che fugge  dai timori e dalle responsabilità. Si raccontano l’uno all’altra senza pregiudizi né indugi: le loro confessioni sembrano avere un potere liberatorio e rigenerante per entrambi e il fatto di essersi conosciuti da poco, di sapere poco o nulla l’uno dell’altra, favorisce la comprensione e l’ascolto. 

Cercare qualcuno con cui confrontarsi, esterno alla famiglia e ai cosiddetti legami di sangue, a volte è una necessità. Lo sa bene Molly Hook, piccola protagonista di Tutti i bagliori del cielo di Trent Dalton, a cui la vita ha giocato un brutto tiro: orfana di madre, è costretta a scappare per sfuggire alle violenze fisiche e psicologiche del padre e dello zio. Con determinazione e coraggio, Molly si mette in cammino per cancellare la maledizione che uno stregone ha lanciato sulla sua famiglia e, parallelamente, trovare l’immenso tesoro lasciatole in eredità dal nonno. Ma per raggiungere questi obiettivi ha bisogno di un aiuto, da sola non può andare lontano. Così, insieme a Greta, attrice mancata, e a Yukio, pilota giapponese che sembra piovuto dal cielo, si mette in viaggio. Una compagnia apparentemente improbabile e strampalata, che presto si rivela però straordinaria. Un viaggio alla ricerca di sé stessi, per sfuggire alla solitudine e dare un nuovo senso alla propria esistenza.

Una ragazza e un’anziana vedova; un tasso taciturno e diffidente e una puzzola estroversa e dinamica; una giovane giornalista e un vecchio prete; una bambina insieme a un’attrice mancata e a un pilota disertore: i personaggi di questi libri si ritrovano spesso a un punto di non ritorno, in una fase di stallo o di difficoltà. Incontrarsi significa innanzitutto riconoscersi, trovare un appiglio reale che permetta di affrancarsi dalla solitudine come da «un fantasma a una festa».