Comunicare con un animale infatti vuol dire essere disposti a mettere in discussione il proprio sistema di segni e convenzioni per entrare a contatto con quello di un altro essere vivente: abbandonare il mondo delle parole e delle verbalizzazioni per entrare in quello dei versi, degli sguardi, dei soffi, delle posture. Ma per quanto riguarda i gatti, forse è possibile tentare la scrittura di un piccolo dizionario di versi: una sorta di frasario fatto di miagolii, che ci aiuti a decifrare umori e desideri del nostro felino. Ecco una breve lista.
«Miao!»
Usato molto frequentemente dai gatti, è il suono che potremmo tradurre con «voglio giocare!» ma anche «coccolami!!» e talvolta «nutrimi!»: un passepartout che comunque esprime desiderio di attenzione e volontà di mettersi in contatto.
«Purr purr»
Ovvero: le fusa, l’espressione di benessere per eccellenza. La loro traduzione più immediata è «sono felice!». Ma le fusa vengono utilizzate dai gatti sin da cuccioli: si ritiene che queste stimolino nelle mamme la produzione di latte. Qualcuno inoltre sostiene che i gatti infortunati facciano le fusa perché la vibrazione prodotta rafforza le ossa e stimola il processo di guarigione.
«RRup!»
Usato solo a volte, questo suono somiglia a un saluto che viene rivolto agli esseri umani o anche agli altri gatti con cui il nostro felino è in confidenza.
«Auh!»
L’equivalente del nostro «ahia!»: generalmente è il suono che potreste sentire se inavvertitamente pestate la coda al vostro gatto. Se invece non lo avete fatto, andate a controllare che non si sia fatto male in qualche altro modo!
«Kikiki!»
Non tutti i gatti lo fanno. Se lo sentite, questo suono è traducibile come un «eccolo! È lì!» e di solito esprime frustrazione per un insetto o un uccello che si trova troppo lontano dalle mire del vostro felino.