I diritti di ‘Questo giorno che incombe’ sono stati acquisiti da Indiana Production

Il progetto di realizzazione di una serie tratta da ‘Questo giorno che incombe’ è già in fase di scrittura, e vedrà lavorare all’adattamento stessa Antonella Lattanzi insieme a Leonardo D’Agostini, vincitore del Nastro d’argento al miglior regista esordiente nel 2019 per il film Il campione, con Stefano Accorsi

Hanno detto di Questo giorno che incombe:

“Come Shirley Jackson, Antonella Lattanzi sa far crescere la tensione senza gridare, ma infilandola nei dettagli della vita quotidiana: in una mano insanguinata, in una voce che prima non c’era, in una macchia sul soffitto. Nel sasso tirato da una bambina che ti colpisce in mezzo alla fronte. Tutto spiegabile, vero nel senso di quella parte orrorifica di verità che a volte cogliamo nelle finestre accese delle case degli altri, o anche nelle nostre.”

foto: Cristiano Gerbino

Annalena Benini, Il Foglio

“Ho letto Questo giorno che incombe in un pomeriggio. Non è solo la trama, perfetta, a incastrarti: è come Antonella Lattanzi parla di amore, maternità, desiderio, paura.”

Daria Bignardi, Radio Capital, Ora Daria

“Lattanzi ci mette di fronte al dolore: forte, irrimediabile, profondo fino all’autolesionismo e alla follia. Ci parla della paura, formidabile collante di una comunità abituata a sentirsi immune da ogni pericolo. Infine apre una finestra sul desiderio: un sentimento forte, a tratti inarrestabile, che rappresenta l’unico momento di speranza e di liberazione.”

Gioacchino De Chirico, Pulp

“Il male affiora come un fantasma. L’autrice- bravissima nel creare un’atmosfera febbrile, un’ansia che ti porta a divorare le pagine per scoprire quello che succederà, un’attesa che si prolunga e che culmina con continui colpi di scena – ci fa capire che se tutto appare fin troppo perfetto, “l’incidente” è dietro l’angolo.”

Isabella Fava, Donna Moderna

“Con abilità narrativa, una scrittura mobile e grande senso della suspense, Antonella Lattanzi rivisita i generi (non solo letterari) alla ricerca dell’orrore perfetto dentro cui scaraventarci.

L’angoscia che le sue pagine trasmettono è reale, non potrebbe arrivare in quel modo se non fosse l’autrice per prima a sentirla così bene, e se non spingesse noi lettori nell’angolo buio di certe domande fondamentali. Cos’è il male? È una forma di possessione? I posseduti sanno di essere tali? Se non ne sono consapevoli, come facciamo a sapere di volta in volta – persuasi di operare sempre per il bene- di non essere proprio noi, di quel male, gli agenti più efficaci?”

Nicola Lagioia,TuttoLibri, La Stampa

“La maternità e le sue angosce, il male, il dubbio che si insinua. In un crescendo continuo, dall’arrivo nella casa nuova fino a una terribile scomparsa, la vicenda di Francesca attraversa più generi, dal thriller alla storia d’amore. Tenuti stretti insieme da una scrittura ipnotica.”

Maria Grazia Ligato, Io Donna Corriere della Sera

“Nel nuovo romanzo della Lattanzi la normalità della famiglia felice è rivoltata, con uno scandaglio psicologico spesso parossistico, che gioca con gli stereotipi di genere: la casa maledetta (che sia anima e dialoga con la protagonista), la setta congiurante dei condomini (che ci riporta a Rosemary’s Baby), la malignità dei bambini (da Villaggio dei dannati) e le citazioni persino esplicite da Stephen King […]da The Shining a Misery, sino, forse, al rosso del braccialetto e del cancello in apertura, che evoca ancora il sangue della «Redrum» di The Shining, ma anche il minaccioso palloncino di It.”

Enzo Mansueto, Corriere del Mezzogiorno

“Una storia potente, dal ritmo incalzante che indaga sui lati oscuri della maternità e del matrimonio”

Francesco Musolino, Il Messaggero

“La scrittura di Antonella Lattanzi ha sempre interrogato le ombre di un presente che si manifesta nei suoi dissidi, che si mostra contraddittorio nella dialettica tra bene e male, che assorbe il malessere e il disagio, ma cerca anche una forma di “pietas” per i personaggi che mette in scena. Giunta al suo quarto romanzo, mostra la forza di una ricerca che nella sua nuova storia trova una perfetta dimensione e la impone come una delle voci femminili italiane più interessanti della nuova generazione.”

Fulvio Panzeri, Avvenire

Antonella Lattanzi ha scritto un libro così bello da far paura.

Valeria Parrella, Grazia

“Antonella Lattanzi sa togliere il fiato, appendere il lettore, rosolarlo. Conosce l’oscuro, non teme di sporcarsi. Ma non solo. Questo giorno che incombe è un romanzo feroce sull’estraneità, sulla disappartenenza, lo spaesamento. Sulla punizione che tocca a chi non si allinea, a chi non cede al gruppo, a chi è diverso. E sui fantasmi, cioè quello che solitamente chiamiamo amore.”

Elena Stancanelli, D La Repubblica

Questo giorno che incombe è un giallo avvincente, rispettoso delle regole di genere. E però è altro. C’è un’esperienza vera ben saldata al finto. C’è una donna e madre infelice con una voce unica, sempre vicina a incrinarsi. C’è un coro di gente comune che esegue uno spartito di crescente ferocia. C’è una storia d’amore snervante, con la più dilazionata delle congiunzioni carnali. C’è un appartamento parlante che inquieta protagonista e lettore. E, sempre, una scrittura potente. Il risultato è una realissima invenzione dell’oggi.”

Domenico Starnone, Internazionale

Lattanzi mette in campo lo stesso amalgama di scrittura affilata, trama incalzante, capacità di osservare interni familiari danneggiati di cui ha dato prova anche in Una storia nera e getta una luce illuminante e realistica sul lato grigio della maternità, sulle ambiguità e le contraddizioni di qualunque scelta, anche quelle che apparentemente sembrano le più pacificate. “

Cristina Taglietti, Corriere della Sera

Antonella Lattanzi (Bari, 1979), scrittrice e sceneggiatrice, vive a Roma. Ha scritto i romanzi Devozione (Einaudi, 2010), Prima che tu mi tradisca (Einaudi, 2013), Una storia nera (Mondadori, 2017) e le sceneggiature dei film Fiore (2016), 2night (2016), Il campione (2019, Nastro d’Argento per l’Opera Prima).

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