Quattro oggetti fondamentali per chi non pensava di poter essere l’ultimo essere umano sulla Terra (e invece!)

L’ultima ragazza alla festa di Bethany Clift sovverte le regole della narrazione della fine del mondo con l’aiuto di una protagonista inaspettata.


Come immaginiamo la fine del mondo? Catastrofica e spaventosa: è proprio in ragione di questa aspettativa che, nel narrare la catastrofe, se dobbiamo immaginare dei sopravvissuti ci caliamo nelle atmosfere cupe che videogiochi e film ci hanno suggerito. Esistono gruppi di persone, i survivalisti, che si preparano attivamente alla fine del mondo attraverso la raccolta di equipaggiamento, l’autoformazione e l’allenamento, lo studio dei possibili scenari: ma cosa accade se a sopravvivere a tutti gli altri esseri umani è una ragazza il cui primo istinto di fronte al disastro è ubriacarsi e saccheggiare Harrods?

In questo caso, il suo kit di sopravvivenza includerà ben altro che coltellini, torce e strumenti per il pronto soccorso

1 Un barattolo di Vicks VapoRub

L’ultima ragazza della festa avrà con sé dell’unguento profumato che (proprio come ha visto fare in CSI) sarà il suo prezioso alleato per non sentire l’odore dei corpi che si decompongono. Questo perché, in un mondo in cui non ci sono più altri esseri umani, non esistono neanche impiegati delle Pompe Funebri da chiamare – fatto con cui la nostra eroina dovrà fare i conti in prima persona.

2 Una grossa Range Rover 

Un’auto che si era dimostrata del tutto inadatta alla vecchia città di Londra – dove l’ultima ragazza della festa vive – ma che diventerà una preziosa alleata per la nuova Londra, quella della fine del mondo. Una macchina per andare: sì, ma dove?

3 Una scorta quasi infinita di champagne

Da rubare negli hotel completamente abbandonati per mantenere sempre uno stato di ubriachezza che impedisca di sprofondare nella disperazione. L’ultima ragazza della festa ricorrerà a un rimedio semplice, pratico, pulito, sconsigliato da tutti i manuali di survivalismo: lo stordimento perenne.

4 Un mix dance primi anni Duemila

Per la propria fine del mondo personalissima, l’ultima ragazza della festa cercherà una playlist adatta da ballare sulle rovine del mondo: il mix dance primi anni Duemila l’aiuterà a immaginarsi in un’immensa discoteca vuota, dove muoversi a tempo di musica, cercando di perdere la cognizione del tempo e dello spazio.

La protagonista del libro di Bethany Clift si trova a superare una serie di difficoltà a cui non era preparata: e l’unico modo che ha per farlo è appellarsi alla vita di prima, quella che era abituata a vivere, senza davvero preoccuparsi di cosa fare quando il mondo sarebbe finito. É per questo che questo personaggio sopra le righe, comico e insieme tragico, ci provoca un moto di empatia: siamo tutte e tutti impreparati come lei all’Apocalisse, e non sappiamo come potremmo reagire se la festa finisse. Forse anche noi ci troveremmo a ballare tra le rovine della nostra civiltà?