Un pranzo di Natale fuori dagli schemi

Il pranzo di Natale è pronto. La nonna ha preparato i tortelli di zucca alle erbette, il babbo ha affettato i salumi, vi siete procurati il miglior torrone sulla piazza, insomma tutto come da tradizione. Ma quale tradizione! Da voi ogni Natale è un bel punto di domanda, e se riuscite a trovare un accordo su menu e orario si può parlare di miracolo: La cugina è vegana, il fratello che ha abbracciato la dieta intermittente, lo zio ha perso la testa per i beveroni di proteine. Ah be’. Le scaramucce sono  iniziate alcuni giorni prima del grande evento, sulla chat di “famiglia”, attraverso subdole frecciatine ignorate per non bruciarsi in anticipo i migliori argomenti di conversazione a tavola. 

Insomma: a ognuno il pranzo che si merita, che poi chi l’ha detto che un tortello di zucca sia preferibile a un menu al veleno. 

Sarebbe bello, però, se per cambiare le carte in tavola, quest’anno a casa tua si presentasse un ospite inatteso, un parente acquisito, qualcuno di cui vi hanno parlato di sfuggita e che presto avete dimenticato. E che invece, una volta seduto tra il nonno ottuagenario e lo zio proteico, be’, si rivela tutto fuorché dimenticabile. E se si trattasse del personaggio di un libro?

Il gioco è questo: prima dovete riconoscere il vostro tavolo, poi scoprire quale misterioso personaggio vi attende:

TAVOLO SORRISI&CRISTALLI Ammettetelo: quando avete letto tortelli di zucca vi siete subito sentiti a casa. Poi, chiaro, vanno bene anche gli agnolotti del plin, i ravioli verdi, i passatelli in brodo. Cambia poco, mera questione di gusti regionali. Da voi tutto procede invariato da decenni: il sorriso gentile della nonna, che le malelingue chiamerebbero paresi, gli ossequi e le riverenze di vostro padre, il centrotavola ricamato con cura, il maglione verde a trecce larghe che tu e tua sorella sfilate ogni dicembre da una bustina in cellophane carica di naftalina. Che magnifico momento, che serenità, che noia. 

Sapete di chi avreste bisogno per ravvivare un po’ la festa? Mirta Bonaccioni, esigente unico-genita di Maurizio e Margherita Bonaccioni, timidi e amabili bibliotecari devoti al lavoro e soprattutto a soddisfare tutti i desideri della loro bambina, che in molti definirebbero senza mezzi termini “un incubo”. La cara Mirta, dieci anni appena compiuti, per non farsi mancare nulla, dopo aver richiesto una balena azzurra di plastica a grandezza naturale, un modellino gonfiabile del Taj Mahal e un fagiolo robot, si è messa in testa di avere bisogno a tutti i costi di «UNA COFA». E che cos’è una cofa? Nessuno l’ha capito, ma chi ci dice che la vostra distinta nonnina, armata di buona pazienza e tanta fiducia nell’umanità, non riesca a scoprirlo e a fargliela trovare sotto l’albero? Nel frattempo, preparatevi a tortelli di zucca spiaccicati sulle pareti, impagliature di sedie divelte, lampadari di cristallo in pericolo.

TAVOLO ACQUE AGITATE  → C’è agitazione, c’è irrequietezza. Il pranzo comincia con almeno un’ora di ritardo.. Insieme allo zio (quello dei beveroni proteici) vi dilettate, tra una portata e l’altra, in discutibili stornelli imparati in una fase della vita in cui vi definivate diversamente lucidi. Mentre vostra madre sfodera la sua migliore collezione di coltelli acquistata negli anni ’90 durante una televendita, voi sognate di affettare l’arrosto a colpi di spranga. Insomma, la situazione è molto vicina a quella del pranzo di Natale di The Bear: troppi bicchieri di vino, schizzi di sugo dappertutto, caos e urla.

Ma niente paura: a riportare la pace e la tranquillità c’è un ospite che viene da lontano, ha girato mezzo Mediterraneo fino ad approdare in Italia. Fugge da una città distrutta e ne ha passate davvero tante, forse anche più di voi: una moglie morta, un padre zoppo, amicizie a cui ha dovuto rinunciare per sempre, suicidi e vendette. È un tipo tosto, questo è fuori discussione, ma anche tollerante, estremamente pio. Di lui si dice che è «un eroe sofferente, che non cerca la gloria, ma la salvezza per i suoi compagni». E oggi, i suoi compagni siete proprio voi. Si chiama Enea: questo nome vi dice qualcosa? No? Bene, allora quel che ci vuole è proprio un ripassino. Per il Secret Santa ha impacchettato una scatoletta di senso del dovere e tanto, ma proprio tanto, senso di responsabilità. E se foste proprio voi la persona fortunata che pescherà il suo regalo?


TAVOLO SOBRIETÀ Da voi si va dritti al punto, poche smancerie. L’albero l’avete fatto, ma solo per quella storia che potremmo riassumere nella frase «mi si nota di più se faccio l’albero o se non lo faccio?». Ok, la citazione non era proprio così, ma ci siamo capiti: l’eccentricità non fa per voi. Sono banditi i maglioni rossi, le calze colorate, vige un tacito accordo per cui i toni che dominano il pranzo sono tutti sul marrone e sul grigio. Pietanze comprese: brodino, baccalà in umido, zuppa di cavolo. Niente regali, per carità, quest’anno con l’inflazione alle stelle è bene tenersi stretti i pochi (pochissimi) risparmi. Musica di sottofondo? Ma quale musica, c’è chi ancora la ascolta davvero? Siete persone serie, nulla da obiettare, soltanto un po’ tristarelle e monotone. 

Nessun problema: a dare una svolta al vostro Natale ci pensa Eve Babitz, una che sul serio, proprio, non si è presa mai. Abbronzata e bionda come la più classica delle ragazze californiane, la vostra ospite è una scrittrice di culto, cresciuta a pane e Stravinskij  (letteralmente: il suo padrino), ma anche a feste e libertà. Trovandovela davanti, vi renderete presto conto che «il confine tra gloria e perdizione è così sottile che basta un attimo di distrazione per smarrirsi per sempre». Per darvi un’idea: una volta, in occasione di una performance artistica, ha giocato una partita a scacchi contro Marcel Duchamp completamente nuda. Pronti a questo giro di giostra?

TAVOLO DOMANDE SCOMODE Mancate solo voi, che non siete propriamente una famiglia “a modino” ma neanche al limite dell’internamento. Quando eravate piccoli il nonno era obbligato a travestirsi da Babbo Natale con la barba sintetica che si staccava ogni due per tre, oggi vi limitate a indossare dei tintinnanti cerchietti da renna in peluche rosso e pailettes. Chi ha avuto l’idea? Ovviamente la zia, quella che per tutto il pranzo ammorba i nipoti con domande imbarazzanti e fuori luogo. Se ne esce dal nulla con frasi tipo: «avete già pensato ai nomi che vorreste dare al vostro futuro pargolo? Se nasce una femminuccia la chiamiamo come la zia?». Avendo intuito che l’argomento prole con voi non ingrana, è probabile che quest’anno viri sull’altro grande classico: «ma quindi quand’è che ti sposi?».

Prima che vi saltino i nervi, che siate costretti a spiegare a tutto il parentame che no, non solo non avete più un’anima gemella e non pensate minimamente al matrimonio, ma state bene in solitudine e sperate di restarci almeno fino al 2040, ecco l’amica ideale da portarvi dietro, quella capace di calamitare tutte le attenzioni della tavola e sorprendere la zia con una storia che la lascerà di stucco. Si chiama Li Lan, viene dalla Malesia e, udite udite, è stata proposta in sposa a un ricco ragazzo defunto. Proprio così: in un luogo in cui la dimensione ultraterrena, popolata di spiriti tormentati e creature demoniache, è ancora al centro della vita quotidiana, Li Lan è stata costretta a scegliere tra una vita di agi ma di lutto perpetuo, legata per sempre a un uomo che non ha mai conosciuto, o una vita di ristrettezze e libertà che potrebbe scatenare la furia del fantasma del pretendente. Quest’ultimo, nel frattempo, ha iniziato con insistenza a farle visita durante la notte, togliendole il sonno e intrappolandola nel Paese delle Ombre. Insomma, la zia avrà di che parlare fino a Capodanno.

Se vi siete riconosciute in almeno uno dei tavoli e non vedete l’ora di incontrare il vostro ospite, ma temete di non arrivare preparate e preparati al grande evento, questi sono i libri che fanno per voi: